Il bambù può rappresentare la nuova frontiera dell’innovazione. Investire in agricoltura e, soprattutto, investire in colture virtuose è una sfida che motiva sempre più progetti.
In una delle nostre puntate precedenti vi avevamo parlato del crescente numero di giovani che ha deciso di formarsi e di investire in agricoltura. Giovani che hanno saputo coniugare un mestiere preziosissimo ed antico con competenze nuove.
Investire in bambù: guadagnare aiutando l’ambiente
Ritorno economico sicuro e ricadute ambientali positive. Il bambù è una risorsa naturale preziosissima che può essere utilizzata per più di 1500 applicazioni industriali. Grazie al suo valore di mercato, alla sua resistenza, nonché alla facilità di gestione della coltura, rappresenta un investimento sicuro e redditizio con ottime prospettive di crescita per il futuro.
È recente l’intervento di Confagricoltura Taranto sull’esperimento portato avanti da una cooperativa pugliese. Un progetto che si è posto davanti una grande sfida: piantare il bambù dove sembrava impossibile.
Gli obiettivi fondamentali del progetto sono due:
- Creare opportunità di lavoro e di investimento (senza alcun contributo pubblico);
- Contenere l’inquinamento, con un occhio di riguardo alla bonifica del territorio.
Le stime di Confagricoltura Taranto vanno da 20 ad oltre 100mila Euro a ettaro, a fronte di un investimento iniziale tra i 14 e 26mila Euro.
Il gruppo di lavoro si sta allargando ad altre regioni come la Basilicata, la Calabria e la Sicilia.
Il bambù: una pianta dalle molte virtù
Concludiamo con un promemoria sempre utile: le virtù del bambù.
Il bambù cresce rapidamente e non necessita di molte cure. Consente il consolidamento e il rimboschimento delle scarpate, prevenendo frane e smottamenti. Contribuisce, inoltre, a mantenere pulite le acque e contrasta l’effetto serra grazie all’elevato assorbimento di anidride carbonica.
Straordinari, infine, i risultati ottenuti impiegando il bambù per le bonifiche ambientali.
